Scandagliando tra le attività dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo emerge come l’impegno del magazzino rappresenti uno dei punti fondamentali della nostra attività, non meno importante dell’allenamento costante e della partecipazione alle esibizioni. In magazzino, infatti, prendono vita gli strumenti necessari allo sbandierare e al suonare e nascono le idee utili e necessarie per la conservazione dei costumi e per l’ideazione di nuovi colori e forme. In magazzino il costume di Sansepolcro rappresenta una presenza fissa perché, attraverso gli sbandieratori che lo hanno vestito e ai modelli di costume che si sono susseguiti, ha accompagnato e reso grande la storia degli Sbandieratori di Arezzo in ogni decennio.
Prima di parlare del costume è doveroso soffermarci sulla città che rappresenta. Il territorio di Sansepolcro è una delle aree comunali più ampie della provincia di Arezzo, nonché uno dei territori che compone la vasta Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. La città viene indentificata come la capitale della Valtiberina Toscana, vallata aretina nella quale scorre il fiume Tevere, dopo essere nato a poche decine di chilometri di distanza e prima di diventare il fiume della capitale d’Italia. Proprio vicino alle acque del Tevere si hanno le prime antichissime tracce di presenza di civiltà già dall’VIII secolo a.C. La tradizione popolare vuole che l’attuale città sia stata fondata da due pellegrini di ritorno dalla terra santa di nome Arcano ed Egidio che qui fondarono un oratorio e un ospedale per ospitare i fedeli e per custodire alcune reliquie del Santo Sepolcro.
Come ci insegna qualche definizione da settimana enigmistica gli abitanti di Sansepolcro si chiamano in modo inaspettato “biturgensi”, rifacendosi al nome etrusco di Biturgi che era stato dato alla città che conosciamo oggi.
Nell’ultimo millennio la città ha saputo imporsi sul territorio con grandi eccellenze ed è la città natale, tra i tanti, di Piero della Francesca, Matteo di Giovanni, Raffaellino del Colle, Santi di Tito (pittori ed artisti) e Luca Pacioli (fondatore della ragioneria). Sansepolcro accoglie oggi il visitatore con il proprio territorio, all’ombra della riserva naturale appenninica dell’Alpe della Luna, e con il proprio centro storico. In particolare sono da ricordare il Duomo, luogo legato ai pellegrini Arcano e Egidio e alla nascita della città, il campanile del Duomo con il bellissimo panorama di tetti e montagne, la Chiesa di San Lorenzo, il Museo Civico con le opere di Piero della Francesca e Andrea della Robbia, il Museo della Resistenza, la fortezza e l’Aboca Museum. Per quanto riguarda le manifestazioni contemporanee Sansepolcro è la città dell’Associazione CasermArcheologica, di numerose mostre ed eventi di arte di strada e del Kilowatt Festival. Per quanto riguarda, invece, le manifestazioni storiche Sansepolcro è la città del Palio della Balestra che ha luogo nel mese di settembre, ininterrottamente dalla metà del XV secolo. Legato alla città è anche il Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro, nostro collega con il quale abbiamo anche condiviso importanti esibizioni in Italia e all’estero.

Nel magazzino degli Sbandieratori di Arezzo il costume di Sansepolcro e la sua bandiera riportano fedelmente i colori e l’immagine dello stemma. Lo stemma biturgense, riconosciuto con il decreto del Capo del Governo del 26 marzo 1935, si compone di due colori divisi orizzontalmente, quello superiore nero e quello inferiore chiaro (argento nell’araldica) e riporta in grande e al centro la figura del Cristo che risorge. L’immagine celebra il nome della città ma anche La Resurrezione, magnifica opera di pittura a muro di Piero della Francesca, la cui bellezza fece risparmiare la città dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, non attuati per non mettere a rischio il capolavoro.
Il costume è di colore bianco e nero ed alterna sul busto, sulle braccia e sulla calzamaglia varie fantasie orientate orizzontalmente e fantasie a linea curva o a linea interrotta. Tra i vari costumi dell’Associazione la calzamaglia rappresenta uno degli esempi di maggior cura di alternanza di stoffe e cuciture. La figura dello sbandieratore viene arricchita dagli spallini e dai dettagli in argento presenti nelle cuciture e nella passamaneria. Il cappuccio del costume, ne cadere sulle spalle, rimane corto sul lato frontale ed è caratterizzato da fantasie curve di colore nero. Lo stemma cittadino, fedelmente riprodotto, campeggia nel lato sinistro del petto, mentre la bandiera porta lo stemma nella parte alta dell’asta e alterna i colori bianco e nero con una fantasia a forma di vaio.
È interessante soffermarsi su questa particolare forma araldica. Per vaio o vajo si intende una pelliccia araldica composta dalle pellicce dello scoiattolo detto “petit-grische” che, unite tutte insieme, formano la caratteristica tipica delle “campanelle” bianche e nere. Questa forma diviene poi geometrica nei disegni degli stemmi e rappresenta un motivo araldico di grande pregio, eleganza e nobiltà. Ad un primo sguardo, inoltre, la fantasia del vaio ricorda un alternarsi di colonne o di torri, con un riferimento immediato al periodo storico delle città fortificate.
Il costume di Sansepolcro è molto ambito all’interno del Gruppo Sbandieratori, non solo per l’elegante fantasia della bandiera ma anche perché è profuso da un’aura di rispetto per i vari importantissimi sbandieratori che lo hanno vestito in giro per il mondo per tanti anni. Non è sbagliato, infatti, fare un parallelismo con la maglia numero 10 in ambito calcistico. Ad averlo indossato ricordiamo, da ultimo, Giacomo Romanelli, la cui leggenda lo riconosce come sbandieratore più forte della storia, ma prima di lui quello di Sansepolcro fu anche il costume di Stefano Giorgini che lo ha cambiato solo per passare ad indossare il costume del Direttore Tecnico. Prima di lui deve essere citato anche Stefano Martini, protagonista di numerosissime ed importanti trasferte memorabili dell’Associazione e oggi voce d’esperienza che accompagna l’ingresso nel gruppo dei giovanissimi.
Provando a ripercorrere la storia delle piazze e dei paesi del mondo che il costume di Sansepolcro ha vissuto da protagonista, tra le tantissime, si citano: Londra (Inghilterra), Nizza (Francia), Oświęcim (Polonia), Mosca (Russia), Salonicco (Grecia), Erevan (Armenia), Stoccarda e Düsseldorf (Germania), Coppet (Svizzera), Sibiu (Romania), Budapest (Ungheria), Bruxelles (Belgio), Bilbao e Jaen (Spagna), Kyoto e Sasebo (Giappone), Hong Kong, Perth (Australia), Branson (USA), Johannesburg (Sudafrica) e la grande tournée in Sud America, oltre alle innumerevoli trasferte in Italia.
da “L’Alfiere” – n. I – 2025, pagg. 12-13
Lorenzo Diozzi