Quando ho chiamato Edo per congratularmi con lui della notizia dell’assegnazione del premio “alla carriera” conferitogli dal mondo della Giostra del Saracino, lui si è schermito domandandosi “come avranno fatto a saperlo?”, giocando sul termine e millantando una chimerica “carriera” segretamente corsa contro il Buratto, durante la quale avrebbe condotto abilmente un cavallo (a dondolo?) e per giunta avrebbe marcato un punteggio alto.
Questo è il “nostro” Edo, l’amico che se non ci fosse dovremmo inventare, tanta è la simpatia e la generosità che non manca mai di elargirci.
Da quando le italiche ferrovie hanno precocemente esodato un alacre (?) geometra, gli Sbandieratori di Arezzo hanno guadagnato un assiduo e zelante suonatore di tromba, la cui autodidattica vena musicale si è poi esaltata anche verso molte altre associazioni, bande e persino corpi paramilitari (!).
L’instancabile Edo volentieri concede i suoi servigi a numerosi gruppi storici, filarmoniche, fanfare, confraternite e congregazioni di vario genere; per giunta, quasi in ogni occasione di solennità o ricorrenza ufficiale si sente echeggiare il suono della sua tromba, sovente all’ombra di un copricapo da improbabile bersagliere.
Questo senza dimenticare la passione con cui forma nuove leve, addestrandole nel garage sotto casa, probabilmente con grande scorno dei timpani dei condòmini.
Da sempre è oggetto dei nostri più tenaci scherzi e lazzi, per la sua facilità ad abboccare alle burle e per la sua proverbiale permalosità, che esterna accendendo le guance vieppiù rubiconde e abbandonandosi ai proverbiali “capèlli” che si fa fatica a fargli sbollire, ma che sempre si risolvono in grandi risate generali, non prima però di aver messo per iscritto le sue doglianze producendosi in missive tanto caotiche quanto bizzarre.
Di lui parlano soprattutto le gesta orticole: dalle zucchine di dimensioni aliene, ai pomodori che misteriosamente si colorano di blu durante la notte (ahi!) fino ai fagiolini tanto grandi che l’assistente di volo (opportunamente imbeccato) li ha indicati ai passeggeri dell’aereo che ci riportava in Italia dopo una trasferta.
Edo ha capacità comunicative inenarrabili: memorabili le sue gesticolanti spiegazioni sul prezzemolo (di cui pare sia ghiotto, soprattutto sul pesce…) ad un attonito viaggiatore esotico e l’esaltazione bellico-epopeica della nostra “Schermaglia” ad un malcapitato vicino di posto, che non sapemmo mai che lingua parlasse.
Grande immenso Edo, siamo fieri di averti con noi!
da “L’Alfiere” – n. I – 2020, pagg. 12-13