È un piacere scambiare qualche parola con Paolo Bertini, di recente nominato dal Sindaco Alessandro Ghinelli “Consigliere Delegato” alla Giostra del Saracino. D’altra parte Paolo non ha bisogno di presentazioni, visto il suo ruolo di appassionato Dirigente del Quartiere di Porta S. Spirito e ancor prima stimato Arbitro di calcio internazionale.
Paolo, una nomina importante e anche prestigiosa, se vogliamo, visto che avendo il Sindaco assunto su di sé la delega alla Giostra, non è presente in Giunta un Assessore preposto. Il tuo ruolo in qualche modo supplisce a questa anomalia?
Non la definirei un’anomalia. Secondo me il fatto che il Sindaco si sia riservato la delega alla Giostra è un’attestazione ulteriore che tiene particolarmente a questa manifestazione e che dedicherà ad essa tutte le attenzioni di cui la Giostra ha bisogno. Poi, per avere un ulteriore supporto, soprattutto nella gestione dei lavori preparatori alla Consulta, ha deciso di avvalersi del sottoscritto per intensificare ulteriormente i rapporti con i Rettori dei Quartieri.
Fermo restando e preso atto della tua indiscussa conoscenza del mondo “giostresco”, come si esplica in realtà la tua delega, con quali funzioni, quali competenze, quale autonomia?
La delega che mi è stata attribuita di fatto può essere avvicinata a quella di un assessore, eccezion fatta per due aspetti che non sono irrilevanti. Il primo riguarda “il potere di firma” che il sottoscritto non ha; quindi non posso impegnare l’Amministrazione con atti formalmente rilevanti soprattutto dal punto di vista finanziario. Per quel tipo di autorizzazione c’è bisogno dell’invento del Sindaco che formalmente autorizza certi atti. Il Consigliere Delegato può svolgere tutte le procedure necessarie alla preparazione di quegli atti. Il secondo è che le funzioni del sottoscritto non hanno una ricaduta economica sul bilancio del Comune: cioè la mia opera è gratuita!
Mi viene da pensare, guardando i recenti cambiamenti avvenuti a livello organizzativo nella ex Istituzione Giostra, che un tuo ruolo più consono e autonomo potrebbe essere, per esempio, all’interno della Consulta dei Quartieri, visto che è prevista la presenza del Sindaco o di suo delegato. Che ne pensi?
La Consulta è l’organo che ha sostituito la vecchia Istituzione Giostra. La mia presenza è di raccordo tra i Rettori e il Sindaco. Di fatto tenterò di intrecciare un rapporto intenso coi Rettori in modo da preparare i lavori per la Consulta, dove il Sindaco avrà sempre la presidenza e quindi potrà deliberare formalmente il frutto di questa sintesi collegiale. Come tutti i nuovi organi c’è bisogno di un periodo di rodaggio per arrivare a regime e valutarne successivamente l’efficacia del lavoro svolto.
Venendo alla attualità, quali pensi che siano gli sviluppi 2021 per le Giostre, vista la situazione Covid? Una Giostra a tutti i costi sarebbe una strada percorribile per te?
No, non sono per la Giostra a tutti i costi. La Giostra è una manifestazione popolare dove il cuore è rappresentato proprio dalla partecipazione della gente. Quindi pensare ad una Giostra senza questa partecipazione sarebbe improponibile. Però dobbiamo anche renderci conto che un altro anno senza Giostra sarebbe veramente devastante sotto tanti profili, in primis per la passione e l’attaccamento alla manifestazione che andrebbe sicuramente scemando. Allora dovremo essere vigili su quello che ci sarà consentito fare dall’andamento di questa maledetta pandemia. Se ci sarà concessa una parentesi estiva di relativa tranquillità, dovremo essere bravi a coglierla, magari accettando delle limitazioni, ma con l’obbiettivo di tornare in piazza.
Cosa pensi vada bene, e invece cosa potrebbe essere rivisto, nel palinsesto e nella regia della Manifestazione? Penso, per esempio alla consegna della Lancia al Quartiere vittorioso, piuttosto che al corteggio o ai tempi morti fra una carriera e l’altra.
Il palinsesto della Giostra, secondo me, non deve essere toccato. La Giostra è tradizione e la tradizione si consolida con il ripetersi degli stessi eventi che la fissano nel cuore e nella testa della gente. È mia opinione che pensare di stravolgere questi automatismi è fantascienza. Altrettanto certo è che alcune piccole varianti potranno essere introdotte, come ad esempio quello di riportare la consegna della Lancia al centro dell’attenzione e nel cuore nevralgico della Piazza. Ci sono alcune soluzioni che verranno esaminate.
Credi, e penso proprio di sì, che la Giostra del Saracino rappresenti la Città in Italia e nel mondo? Ritieni venga fatto tutto quanto necessario per promuoverla e valorizzarla?
Credo fortemente che la Giostra del Saracino rappresenti il più bel biglietto da visita che la nostra città possa offrire ai turisti, ma credo altrettanto convintamente che non ci sia bisogno di farla più accattivante per renderla più appetibile, ad esempio, alle televisioni. La Giostra deve rimanere questa, con tutte le sue “imperfezioni” che la rendono così bella. Ci sono sicuramente degli aspetti da valorizzare che ancora non stanno esprimendo al massimo le loro potenzialità, sui quali stiamo peraltro lavorando con il Presidente della Fondazione Arezzo In Tour. Mi riferisco principalmente al periodo che precede la Giostra, fatto di eventi che possano interessare i turisti come la vita all’interno dei circoli, le prove in Piazza e la visita dei Musei dei Quartieri, che sono bellissimi e che non sono ancora conosciuti.
da “L’Alfiere” – n. I – 2021, pagg. 2-3