Sfogliando l’albo d’oro della Giostra del Saracino è facile constatare che il cognome Vannozzi sia il più ricorrente di tutti, avendo ottenuto il successo in ben 34 edizioni. Raffinando l’analisi si può notare come questa “dinastia” sia indissolubilmente legata al quartiere di Porta Crucifera. Arturo, Eugenio ed Alessandro hanno infatti inciso il loro nome in 30 delle 37 lance d’oro vinte dai rosso-verdi.
La storia inizia nel 1936 quando Arturo Vannozzi, dopo l’esordio con Porta Sant’Andrea del 1935, passa a Porta Crucifera. La vittoria arriva nel 1937: in coppia con Tripolino si aggiudica la sua prima Lancia d’Oro dopo uno spareggio con Porta Santo Spirito. Arturo Vannozzi, che rimarrà in rosso-verde fino al 1958, vincerà complessivamente 12 lance d’oro su 24 giostre disputate, alla straordinaria media di una vittoria ogni due giostre. Memorabile il cappotto del 1949, sempre in coppia con Tripolino, che dà il via a un incredibile serie di vittorie che porterà in Colcitrone addirittura altre 7 lance d’oro sulle 13 edizioni complessivamente disputate negli anni ’50: l’incredibile striscia di 5 vittorie consecutive (dal 1951 al 1954) e i successi del 1956 e del 1958. Dall’anno successivo difenderà i colori di Porta del Foro con cui correrà 6 giostre, l’ultima nel 1963, vincendone due, una nel 1960, l’altra nel 1961. È proprio nel 1961, edizione storica in quanto unico caso nella storia della Giostra in cui al termine delle prime carriere venne fatta una nuova estrazione per correre le seconde carriere, che Arturo riuscirà a ottenere la sua quattordicesima e ultima vittoria, marcando 5 punti.
Arturo Vannozzi muore il 6 settembre 1964, giorno in cui si dovrebbe correre la Giostra n° 40. Carlo Dissennati nel suo libro “Le mille lance del Saracino” scrive di un violento diluvio che si abbatte sulla città e termina poco prima della Benedizione degli armati. Inizia il corteo storico ma “la tempesta riprende più rabbiosa e sospende il corteo in marcia verso il campo”. Non si può fare altro che rinviare la Giostra alla domenica successiva: è come se la Giostra abbia voluto rendere un ultimo omaggio al grande Arturo, fermandosi proprio nel giorno della sua scomparsa, a soli 49 anni.
Passano nove anni e il mondo della Giostra accoglie il figlio Eugenio, che esordisce proprio con il quartiere di Porta del Foro, dove il padre aveva terminato la sua carriera. Per i giallo-cremisi, Eugenio Vannozzi disputerà 11 giostre vincendone 2, la prima nel 1974, la seconda nel 1977. Nell’edizione del 4 settembre 1977, Eugenio vinse sostanzialmente da solo. Nel corso della prima carriera totalizzò 6 punti, dopo aver spezzato la lancia sul tre, ma fu costretto agli spareggi a causa del solo punto marcato dal suo compagno, Maurizio Gori. Nel confronto contro Franco Ricci riuscì a spuntarla, portando a San Lorentino la decima lancia d’oro della storia del quartiere.
Nel 1982 avviene il passaggio di Eugenio a Porta Crucifera dove correrà sino al 1996 (22 Giostre corse e 7 vittorie). Da ricordare il cappotto del 1986, ottenuto in coppia con lo storico compagno Marco Filippetti, al termine, in entrambi i casi, di estenuanti spareggi vinti proprio da quest’ultimo contro avversari del calibro di Martino Gianni, Silvano Gamberi e Mario Capacci. Arriveranno, sempre insieme a Filippetti altri 5 successi (1988, 1989, 1991, 1992, 1993), mentre si sta affacciando in Piazza il figlio Alessandro, che segue il babbo nella sua passione per i cavalli e per la Giostra sino a diventare anche lui giostratore.
Alessandro, non ancora ventenne, esordisce il 28 agosto 1994 proprio in coppia con Marco Filippetti. In sella a Deba marca subito un ottimo 4 e la settimana successiva lascia il posto al padre. L’anno seguente Alessandro disputa entrambe le edizioni, vincendo la sua prima Giostra. Il 16 giugno 1996 i dirigenti di Porta Crucifera decidono di mandare in Piazza una coppia unica: i colori rosso-verdi sono difesi da Eugenio ed Alessandro Vannozzi. Porta Crucifera tira per terzo. Primo dei due Vannozzi a sfidare il buratto è il più giovane. Alessandro fa una carriera perfetta e marca 5 punti. Non altrettanto invece succede ad Eugenio che, forse tradito dall’emozione e dalla responsabilità, totalizza solo due punti, sancendo la sconfitta del suo quartiere. Ma i quartieristi tutti, consapevoli di avere assistito ad un evento forse irripetibile, tributeranno ai due Vannozzi applausi e ringraziamenti. Eugenio si ritira definitivamente lasciando nelle mani di Alessandro il futuro del quartiere.
Alessandro Vannozzi continuerà a registrare vittorie su vittorie. Ne arriveranno addirittura 8 nel decennio 2000-2010, in coppia prima con Daniele Gori, poi con Marco Cherici, infine con Carlo Farsetti.
Indimenticabile il trionfo del 4 settembre 2000 in cui, al termine di una giostra infinita, dopo addirittura 11 spareggi per un totale di 33 carriere corse, Alessandro riesce a sconfiggere la resistenza di Martino Gianni, in un duello memorabile a suon di cinque.
Alessandro Vannozzi correrà fino al 2016, anno dello storico triplete di Porta Santo Spirito, vincendo anche l’edizione del 4 settembre 2011 e quella del 20 giugno 2015, che rappresenta il trentasettisimo e, ad oggi, ultimo successo del quartiere rossoverde.
È questa l’ultima pagina della gloriosa dinastia Vannozzi? Siamo pronti a scommettere di no, perché a Porta del Foro si è accasato il figlio di Alessandro, il giovanissimo Filippo. Inoltre il grande Alessandro Magno, dopo una carriera eccezionale da cavaliere con 47 giostre corse e 11 vittorie con Porta Crucifera, a giugno è tornato in Piazza come primo collaboratore dell’allenatore giallo-cremisi Gianni Cantaloni.
Si apre così un altro capitolo della leggenda vannozziana: il presente da allenatore di Alessandro e il futuro da cavaliere di Filippo.
da “L’Alfiere” – n. IV – 2019, pagg. 6-7