Il Gruppo Musici della Giostra del Saracino si costituì ad Arezzo nel 1955 grazie all’intuizione di William Monci, musicista aretino appassionato di Giostra. Oggi è composto da 47 figuranti tra cui un Labaro, 11 Tamburini, 33 Chiarine (tra cui un Capogruppo) e 2 Lucchi.
Cosa si prova ad essere il presidente del Gruppo Musici della Giostra del Saracino?
Diciamo che è un onore ma anche un grande onere. Non credevo, io sono nei Musici dal 1998, ho sempre visto questa figura importante e nel momento in cui mi sono trovato a ricoprire questo ruolo ho sentito veramente l’onore di essere presidente del Gruppo Musici, d’altro canto è veramente un grosso impegno perché c’è da stare dietro alle aspettative dei ragazzi che vengono a provare tutto l’anno trovando il modo di gratificarli.
Enrico invece per te cosa significa essere un musico (e nel tuo caso anche il Capogruppo)?
Sono entrato anche io nel 1998. Essere un musico è una cosa particolare: i primi anni c’era una forte emozione dettata da tantissime sensazioni diverse, un po’ di inesperienza, il non sapere bene a cosa andavo incontro e cosa fare, man mano che sono passati gli anni, e anche le mie responsabilità all’interno del gruppo sono aumentate, è aumentata la consapevolezza e quindi il piacere di indossare questi costumi. È un grandissimo onore sfilare in centro specialmente nel periodo della Giostra, è una sensazione magnifica perché si sente il peso e la responsabilità di indossare un qualcosa per cui tutta la popolazione ti guarda con ammirazione: viene meno il pensiero del singolo e si pensa maggiormente a far bene come gruppo.
Presidente, quali progetti e novità per il futuro?
La novità eclatante è il cambio di istruttore musicale, approfittiamo per ringraziare Giampiero Cangi perché gran parte delle musiche che suoniamo sono merito suo. Abbiamo iniziato un nuovo percorso ed è un grande impegno. Il nostro gruppo si esprime con il suono quindi possiamo unicamente andare ad aumentare il nostro repertorio con la ricerca di musiche che rimangano nella nostra identità.
Speriamo in un 2017 più ricco di opportunità per dimostrare il valore dei nostri ragazzi in qualche palcoscenico prestigioso, fermo restando che la Giostra del Saracino è il nostro evento principale.
L’emozione più grande provata da Presidente?
Partendo dal presupposto che è sempre un’emozione quando si va dietro ai ragazzi, ricordo due momenti: l’ingresso in piazza per i 50 anni della nostra Associazione, era venuto mancare da poco il nostro vicepresidente Eros Ricciarini, i nostri ragazzi entrarono quella sera con i costumi del Novarese (idea di Eros) e una pioggia di coriandoli con scritto “Eros sempre con noi” riempì la Piazza: è stata un’emozione indescrivibile. L’altra occasione è lo spettacolo del 2015 in Piazza Grande, il nostro concerto, le tribune gremite come in occasione della Giostra, vedere questo spettacolo ideato proprio da Enrico, con la conclusione con i bimbi che entravano nella lizza con i tamburini e le trombettine è stato un piacevole modo per dire che il gruppo va avanti.
Enrico, l’uscita più bella?
Sicuramente all’estero, ricordo il 1999 a Norimberga, la mia prima (assieme a voi Sbandieratori), però ci sono state anche molte uscite in Italia, non ultima Figline dove ci hanno invitato di recente ad una bellissima manifestazione.
Presidente, cambieresti qualcosa della Giostra?
Dal punto di vista della Piazza, non vedo grossi cambiamenti, sono tradizionalista e non mi piace neppure la nuova consegna della lancia d’oro. Ciò che invece cambierei è proprio l’organizzazione dell’Istituzione, dove a mio parere le rappresentative della Giostra dovrebbero essere chiamate più spesso e fatte collaborare maggiormente per condividere le idee, non limitando la nostra partecipazione alla riunione pregiostra. Sembra che dal prossimo anno questa cosa sia in cantiere: la Giostra non è solo i Quartieri, ci saremo anche noi, voi e l’Associazione Signa Aretii.
Che cosa “rubereste” al Gruppo Sbandieratori?
Presidente: Qualche musico! Perché ho visto che state diventando numerosi! Lo dico scherzando, noi vi ammiriamo: quando entrate avete una professionalità che a volte noi non abbiamo, siamo più scherzosi rispetto alla vostra concentrazione. Non dico di rubare questo, sarebbe snaturare il Gruppo Musici, quindi vi ammiriamo e basta.
Enrico: Non ruberei nulla, penso che anche voi non dovreste rubare nulla a noi, siamo talmente belli nelle nostre diversità che la nostra bellezza sta in questo. Quello che dice il presidente è vero, voi avete una componente più professionale, più seria. Le nostre caratteristiche sono altre, fermo restando i nostri passi avanti in questo senso.
Presidente, dai un consiglio agli Sbandieratori..
Non saprei essere propositivo perché voi siete “il top”! Ciò che vorrei aggiungere è l’ottimo rapporto instaurato con il presidente Bonacci, con il quale mi sento molto spesso scambiandomi qualche consiglio nella gestione e spero vivamente di riuscire a combinare qualche cosa di importante insieme.
Presidente, quali possibilità di collaborazione oltre a qualche partita di calcetto?
Pensando al passato c’è sempre stata collaborazione – passaggi di musici nel Gruppo Sbandieratori per delle trasferte – oggetto anche di disputa interna, però per noi convivere in determinate manifestazioni è il massimo, come ad esempio per il «Back in time». Noi suoniamo e basta e per noi è difficile offrire alla gente un’occasione di applauso. Dobbiamo suonare dei pezzi coinvolgenti, a differenza vostra che potete offrire uno spettacolo molto più “spettacolare”.
Enrico, siete in Borg’unto, durante l’esibizione ci cascano 10 bandiere. Come reagisci?
Il 70% di noi son contenti!! (scherzando). Io non reagirei bene, ho anche mio cugino nel gruppo, come potrei esser contento. A parte le battute, la tua domanda non nasconde ma conosce un altro aspetto che giustamente non abbiamo per adesso detto, una componente di competizione, logica e naturale. Siamo due compagini numerose, all’interno di una nutrita rappresentanza ci sono molteplici tipi di persone e pensieri, quindi qualcuno potrà anche ridere – per tornare alla tua domanda – ma fondamentalmente penso che nessuno avrebbe piacere che succeda questo. Voglio aggiungere una cosa di quello che ha detto il presidente: secondo me Arezzo ha una moneta in mano gigante perché i nostri due gruppi rappresentano nel panorama italiano ed europeo qualche cosa che non c’è, un gruppo numeroso e preparato come il vostro e un gruppo soltanto musicale composto da 40 elementi non ci sono. Potrebbe essere un obbiettivo del futuro collaborare per promuovere la Città. Se in determinate situazioni di spicco riuscissimo a fare un’esibizione insieme non sarebbe che un evento gigante per pubblicizzare Arezzo.
da “L’Alfiere” – n. III – 2016, pagg. 8-9