Ferdinando Lisandrelli, classe 1954, aretino dal Casentino, è insegnante di educazione fisica ed è stato nominato Maestro di Campo anche per l’anno Giostresco 2018, edizioni di giugno e settembre.
Ferdinando, come nasce questa passione o comunque questa tua presenza nel mondo della Giostra ed in un ruolo così cruciale come il Maestro di Campo?
Tutto è nato da una chiamata che mi fece l’allora Primo Magistrato Dott. Roberto Rossi a fine 1999, primi del 2000, con la quale mi chiedeva se ero disposto a fare il Vice al titolare di allora Massimo Malatesti. In effetti il mio esordio avvenne in occasione della Giostra numero 100 del settembre 2000, iniziando un’alternanza durata alcuni anni con il compianto Dario Bonini, mentre il mio battesimo come Maestro di Campo titolare avvenne nel 2002.
Per quali motivi avvenne la chiamata? Intendo dire, quali caratteristiche o competenze sono richieste per ricoprire un ruolo così importante?
Qualche abilitazione, chiamiamola così, la possedevo. Ho praticato l’equitazione per anni, facendo gare ad ostacoli e prendendo lezioni anche da Piero D’Inzeo, ho fatto l’arbitro di calcio fino ad un certo livello per diversi anni. Quindi sì, probabilmente sono state queste le condizioni che indirizzarono il Primo Magistrato verso di me. Non avevo nessuna esperienza né frequentazione del mondo della Giostra del Saracino, ma indubbiamente trovare una persona che potesse fare il giudice e arbitro stando a cavallo, effettivamente mi ha aiutato.
Come si sviluppa l’attività e il ruolo del Maestro di Campo durante tutto l’anno?
In effetti non tutto il ruolo si esaurisce in Piazza Grande il giorno o la notte, nel caso della edizione notturna. Intanto il primo passo è la nomina che avviene ogni anno, generalmente per entrambe le edizioni, da parte della Magistratura della Giostra. Il secondo passaggio, dopo che la nomina è resa pubblica e comunicata a tutti gli attori e componenti la Manifestazione, è il giuramento di fronte al Sindaco della Città, in occasione della cerimonia di estrazione delle carriere. Da qui inizia il lavoro vero e proprio, perché il Maestro di Campo sovraintende ed è responsabile anche dello svolgimento di quanto accade durante la settimana di prove dei giostratori ed in occasione della Prova Generale. In questo senso, come poi in Piazza, il giorno della Giostra, il Maestro di Campo ha tutti i poteri in tema di sicurezza, regolarità e svolgimento di questi eventi in successione.
Non è facile controllare, vigliare sulla Piazza, con oltre trecento figuranti e tenere tutto sotto controllo. Come è possibile questo?
Sarebbe impossibile, infatti operare da solo. Il Maestro di Campo è coadiuvato da un Vice, anch’esso a cavallo, e da altri 4 collaboratori a terra, uno per quartiere, che controllano e mi riferiscono su tutto quanto accade e che può rivelarsi non corretto o non rispettoso delle regole del torneo cavalleresco. Mi riferisco per esempio a disturbi di vario genere alle carriere, invasioni della lizza, utilizzo di rumori., fumogeni o altro che possa influire sulla corretta esecuzione della carriera stessa.
La tua esperienza personale di questa “carriera” ormai di alcuni anni qual è?
Che dire, una soddisfazione nella convinzione di aver sempre agito con correttezza ed imparzialità, così come, ovviamente, si richiede ad un giudice o arbitro. Di sicuro mi ha aiutato tantissimo la fiducia, l’esperienza di Massimo Malatesti, Maestro di campo diverse volte ed al quale io ho fatto spesso da Vice, così come lo splendido rapporto anche personale che ho avuto con il compianto Dario Bonini, a cui ho fatto il Vice in diverse occasioni. Due persone esperte, corrette, leali e competenti che mi sono state di sicuro insegnamento e mi hanno permesso di esordire come Maestro di Campo.
In sostanza, tante sono le componenti della Manifestazione, ma poi in fondo chi “comanda e dirige” la Piazza è il Maestro di Campo?
Sì, in effetti è così ed è giusto che sia così, ognuno il suo ruolo. Io con la nomina ed il Giuramento, che ricordo avviene congiuntamente a quello della Giuria, del Vice Maestro, dei Famigli del Saraceno, dell’Araldo e del Cancelliere, assumo tutti i poteri ed in conseguenza la responsabilità del regolare svolgimento della Manifestazione. Il Maestro di Campo deve poter vedere tutto o perlomeno il più possibile di quanto accade sia in Piazza Grande che durante le varie fasi dell’ammassamento dei figuranti, della sfilata e così via. Per questo sono necessari collaboratori dislocati in punti diversi e pronti a segnalare ogni fatto di rilevanza che può o potrebbe influire sul regolare svolgimento della Manifestazione. Su mia diretta presa visione o su segnalazione dei miei collaboratori posso per esempio decretare l’allontanamento dalla Piazza di figuranti che abbiano commesso irregolarità o atti contrari al regolamento e chiedere alla Magistratura di adottare i successivi provvedimenti.
E come riesci ad ottenere tutto questo? Qual è il tuo stile e il tuo approccio alla gestione degli eventi?
Innanzitutto sono i rapporti con le persone, soprattutto con i miei collaboratori, poi con i Quartieri, particolarmente con i quattro Capitani e con i Maestri d’armi di ognuno. Ho stabilito, o perlomeno ho cercato di stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione, basato sulla lealtà, sulla correttezza e sul rispetto dei diversi ruoli, come si addice ad un vero torneo cavalleresco. Anche se qualche volta tutto ciò non avviene, in generale posso dire che il Maestro di Campo, se autorevole e rispettato e non autoritario o troppo imperioso, riesce a raggiungere questi obbiettivi con l’intelligenza e la flessibilità. Un altro trucco o chiamiamola strategia è che il Maestro di Campo deve o dovrebbe prevenire e anticipare qualunque evento negativo dovesse accadere, cioè prevedere prima che ciò avvenga ed evitare che ciò accada.
da “L’Alfiere” – n. III – 2018, pagg. 4-5