Se dicessi che tra le strade di Arezzo è possibile incontrare dinosauri e coccodrilli, la reazione del lettore sarebbe probabilmente confusa o incuriosita. Se dicessi poi che all’interno delle mura sono custoditi dei cimeli cinematografici come un salvagente del film Titanic o un’originale spada laser della saga di Guerre Stellari, la reazione del lettore sarebbe probabilmente incredula ed interrogativa. Se, infine, arrivassi a dire che tra gli splendidi palazzi del centro storico aretino sono presenti frammenti di meteoriti e una tuta da alieno, la comprensibile reazione del lettore sarebbe quella del chiudere la rivista L’Alfiere dopo aver perso fiducia negli scritti presenti in queste colonne. Continuate a leggere, ne vale la pena. Le reazioni e le sensazioni nel leggere le affermazioni precedenti sono tra loro accumunate dallo stupore e dalla meraviglia e quest’emozioni non sono dettate dal caso, ma dal sapiente lavoro di Luca Cableri dalla sua impressionante wunderkammer, termine che indica la Camera dell’Arte nella quale sono custoditi gli oggetti da collezione.
Camminando per via Cesalpino è possibile imbattersi in una singolare targa in pietra che segnala con lettere rosse la presenza del “Theatrum Mundi – The XXI Century Cabinet of Curiosities”. La camera delle meraviglie che risponde a questo nome, deve essere subito specificato, non è aperta al pubblico e non è visitabile da turisti curiosi. Per fortuna Luca Cableri che custodisce gli oggetti delle meraviglie e che di mestiere si occupa della compravendita dei medesimi ha deciso di fare un’eccezione alla regola e di accogliere la rivista L’Alfiere degli Sbandieratori di Arezzo nelle proprie stanze.
Arrivando a piedi dalla città la prima sensazione nell’entrare nel Theatrum Mundi è quella di aver abbandonato il proprio spazio e il proprio tempo e di entrare metaforicamente nelle tasche e nella mente del curatore di una mostra tanto unica quanto rara. Le stanze che ospitano gli oggetti appartengono ad un importante edificio del centro storico, un tempo sede del Piccolo Teatro, posto poco distante da Palazzo Perelli, quest’ultimo noto per essere stato la sede di Banca d’Italia. Non sorprende che la particolare galleria di Luca Cableri fosse un tempo un teatro. La riverenza, l’attenzione e la meraviglia del luogo richiama, infatti, la sensazione di essere di fronte ad un vero e proprio palcoscenico e di assistere ad una rappresentazione del mondo, finalizzata ad emozionare e stupire lo spettatore. L’interno della Camera delle Meraviglie è stato organizzato ed allestito dall’architetto Baciocchi che ha realizzato un ambiente nel quale i vari oggetti e cimeli da collezione trovano una prestigiosa collocazione. Per terra un morbido pavimento sembra assorbire tutti i suoni, mentre per aria il Theatrum Mundi mostra gli affreschi realizzati da Teofilo Torri, allievo di Giorgio Vasari. Nell’ultimo periodo gli oggetti che sono esposti riguardano il mondo del cinema e al centro di una delle stanze è presente la tuta con la quale è stato inscenato uno degli alieni nel film Alien vs. Predator. La statuaria presenza del mostro e gli affreschi della stanza realizzati nel ‘500 sono un connubio tanto particolare quanto perfetto, nel pieno stile artistico di Hans Ruedi Giger che si occupò di stabilire lo spirito e l’ambientazione dei film della saga di Alien.
Per fortuna non ci si trova da soli a fronteggiare l’alieno nella stanza perché tutta la visita ha visto la presenza e la compagnia del gallerista dell’impossibile Luca Cableri che ci ha accolti con allegria, indossando una maglietta del film Lo squalo, richiamando lo spirito degli oggetti cinematografici esposti. Deve essere fatta una precisazione. Al contrario della sua maglietta con stampata la locandina del film, tutti gli oggetti presenti nella wunderkammer non sono solamente ispirati alle pellicole cinematografiche o mere riproduzioni, ma sono realmente gli oggetti di scena originali usati dei film. Sarebbe inutile e privo di emozione procedere con un elenco schematico del contenuto della galleria. Meritano, tuttavia, di essere citati alcuni oggetti del cinema presenti nella stanza come il cappello indossato da Forrest Gump, un costume da Spiderman, la cioccolata di Willy Wonka e il famoso biglietto dorato del film, il casco di Iron Man, il martello di Thor, la lettera con cui Harry Potter viene chiamato nella scuola di magia e la sua bacchetta magica ed un proiettile della famosa scena di Matrix.
Alcuni degli oggetti non sono collegati all’ambito cinematografico ma posseggono comunque un fascino ed un forte valore emozionale. Luca Cableri ci ha mostrato da mano propria alcuni frammenti di Marte e della Luna precipitati sulla Terra e ci ha parlato con voce magnetica dei suoi tanti altri oggetti della collezione tra tute da astronauta e interi scheletri di dinosauri. Le sue parole avevano l’entusiasmo e l’emozione di un bambino che descrive i propri oggetti preferiti e prova a unirli insieme per ottenere una meraviglia sempre nuova. Una delle parti importanti del suo lavoro, infatti, è anche quello di allestire mostre ed esposizioni nelle quali accompagnare l’osservatore in un viaggio fatto di stupore. Il gallerista della Cabinet of Curiosities, al pari di ogni suo oggetto, è anche un affascinante fonte di storie e di esperienze. Una persona che ha collezionato non solo rarità e meraviglie ma anche numerose avventure, dalle cene di gala in mezzo a persone famose del costume e della finanza, fino alle notti passate nel deserto alla ricerca di reperti unici.
Non risulta difficile comprendere l’entusiasmo di Luca Cableri per il proprio lavoro, così come ho ben compreso l’importanza di avere una vetrina con oggetti di eccellenza per accogliere e stupire tutti quei clienti alla ricerca di un pezzo unico di mondo. La scelta di Arezzo come sede dell’attività è dettata da legami familiari, ma in tale scelta è possibile cogliere anche un piacevole parallelismo con Ivan Bruschi, altro collezionista e possessore di wunderkammer, che scelse la nostra città come propria sede e rese grande la Fiera Antiquaria.
Pur trattandosi di attività molto differenti, quale sbandieratore riesco a percepire in modo diretto e autentico le sensazioni che Luca Cableri prova sulla propria persona e che cerca di offrire agli altri. Con gli stivali ai piedi e la bandiera in mano capita molto spesso di trovarsi dall’altra parte del mondo, a volte nelle occasioni più formali, altre nelle feste più popolari, con lo scopo di riuscire, anche solo per un momento, a lasciare le persone con il naso per aria in una scossa di meraviglia e stupore, le stesse sensazioni della wunderkammer. Grande è poi l’orgoglio di sapere che ha scelto Arezzo come propria sede, nella speranza che la sua presenza possa segnare la cultura della città e nella speranza di riuscire in qualche occasione ad incrociare i nostri drappi e i nostri strumenti con le sue fantasticherie incredibili.
da “L’Alfiere” – n. IV – 2022, pagg. 14-15
Lorenzo Diozzi