Ogni anno, per due volte all’anno, il corteo dei figuranti della Giostra del Saracino, con i colori e con i ritmi anche delle nostre bandiere e degli strumenti musicali, sfila attraverso le vie del centro della città di Arezzo. Il percorso si snoda tra luoghi che, nel tempo, sono stati testimoni di tanti accadimenti ed hanno accolto grandi personaggi storici. Proprio all’inizio della sfilata, appena lasciato il bianco sagrato del Duomo, il corteo scorre di fronte ad un significativo edificio, noto per aver dato i natali all’illustre aretino Francesco Petrarca. L’edificio in questione si trova in via Borgo dell’Orto 28 e si affaccia su Piazza Madonna del Conforto, condividendo parte della costruzione con la Biblioteca cittadina. La struttura risale al XIII secolo ma solamente le modifiche successive gli hanno donato l’aspetto attuale. Per molto tempo è stata utilizzata come residenza privata ed in seguito ha invece ospitato la Questura di Arezzo fino al 1926, anno in cui è stata ristrutturata permettendo anche di individuarne la sua pianta più antica. Oggi la Casa è la sede della Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze e al suo interno sono conservati libri, oggetti di antiquariato ed un patrimonio numismatico di ampio valore storico ed artistico. L’edificio sorge in una posizione particolarmente suggestiva. Dal piano superiore infatti, dirigendo lo sguardo in direzione del Prato è possibile scorgere tra le chiome degli alberi il profilo della statua di Francesco Petrarca situata nel parco. Inoltre, immediatamente fuori dall’ingresso della Casa è presente, il Pozzo di Tofano, elemento importante della letteratura, poiché presente in una delle novelle di Giovanni Boccaccio, artista e scrittore, amico e coevo del Petrarca che già abbiamo trattato nelle colonne della rivista L’Alfiere.
Pietro di Parenzo di Garzo dell’Incisa, anche noto come Ser Petracco e padre di Francesco Petrarca svolgeva la professione di notaio ma nel 1302 venne, per ragioni politiche, ingiustamente accusato di falso e condannato al pagamento di 1000 lire e al taglio della mano destra. La sentenza emanata da Cante Gabrielli da Gubbio, podestà di Firenze, non solo condannò Ser Petracco ma lo costrinse all’esilio insieme ai capi della famiglia Gherardini e a Dante Alighieri. Il notaio quindi si trasferì con la moglie Eletta Canigiani nella Casa del centro di Arezzo e qui il 20 luglio del 1304 nacque il Poeta. All’edificio viene attribuito il riconoscimento di luogo natale di Francesco Petrarca, non solo dalla voce della tradizione, ma anche dallo stesso poeta all’interno di alcune Epistole inviate a Giovanni Boccaccio e Giovanni Aretino. L’Autore nei suoi testi specifica anche un curioso quanto iconico aneddoto, raccontando che nel 1350, dopo essere tornato in città a seguito di lunga assenza, venne accolto dagli aretini con grandi festeggiamenti e scoprì che era stato fatto divieto all’attuale proprietario della casa in cui era nato di apportare qualunque modifica all’edificio. Il calore e le celebrazioni degli aretini nei confronti del poeta non stupiscono se si pensa che anche in tempi moderni sono molti gli omaggi della città al poeta concittadino. Ne sono grandi esempi l’aver dedicato a lui la prima Giostra del Saracino organizzata nel ’900 e aver dato il suo nome al Liceo Classico della città.
Francesco Petrarca nacque ad Arezzo, tuttavia solo per poco tempo fu realmente un abitante della città a causa della situazione della famiglia, legata all’esilio imposto al padre.
Il poeta infatti fu costretto a viaggiare ad Incisa e a Pisa e in altre parti della Toscana. Secondo quanto affermato dallo stesso Petrarca, in una Epistola indirizzata all’amico Boccaccio, fu durante questo viaggiare per la Toscana che avvenne il suo unico e fugace incontro con l’amico del padre, Dante Alighieri. Nel corso della vita Petrarca compirà molti viaggi in numerose parti d’Europa e di Italia, dapprima come studente di Giurisprudenza e poi come letterato ed intellettuale umanista. Come lui stesso racconta è in Francia, ad Avignone, che nel 1327 ha incontrato Laura che per lui fu donna di amore e di ispirazione per il noto componimento presente nel Canzoniere. Dopo lunga permanenza nel nord dell’Italia morì nella città di Arquà, in provincia di Padova, dove ancora oggi per volontà testamentaria riposano le spoglie, lontane dalla sua città natale, analogamente a quanto accaduto al coevo Dante. In conclusione al ricordo del profondo legame tra il poeta e la sua città è necessario segnalare come l’Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze che oggi risiede all’interno della casa natale del poeta sia un museo che attira numerosi turisti ma che, grazie al rapporto tra l’Artista ed Arezzo, attira anche numerosi aretini curiosi di scoprire storie e racconti legati alla figura di un importante concittadino.
da “L’Alfiere” – n. I – 2019, pagg. 4-5