Nel mese di maggio gli Sbandieratori e i Musici del nostro gruppo attivo sono stati presenti alla riapertura di Porta Trento Trieste. La porta, simbolo di un intero quartiere della Giostra del Saracino, è stata infatti recentemente sottoposta ad un’importante opera di restauro. L’oggetto dell’intervento sono state le parti in pietra della porta e delle mura della città di Arezzo, ma anche le grandi ante di legno che formano la parte mobile della struttura. Durante lo svolgimento dei lavori non era raro vedere gli aretini passeggiare a naso in su, che osservavano curiosi, tra le impalcature, la pietra storica delle mura tornare pulita e chiara e la facciata della porta mostrarsi con una ritrovata eleganza e bellezza. Le nostre bandiere e musiche hanno fatto da cornice al momento di nuova apertura delle alte porte di legno, che ha sancito la fine dei lavori e la restituzione ai cittadini dell’accesso alla città.
Porta Trento Trieste, iconicamente assimilata a Porta Sant’Andrea, venne così ribattezzata al termine del primo conflitto mondiale, mentre precedentemente era chiamata Porta Ferdinanda o Porta Nova. Questo ultimo nome è dovuto al fatto che questo passaggio attraverso le mura di Arezzo è di recente costruzione, si tratta infatti della porta più giovane della città. L’apertura di questo passaggio tra le mura vide la luce nel 1816 al momento della realizzazione di via Anconetana. Punto strategico di passaggio rappresenta ed ha rappresentato sempre un collegamento trafficatissimo tra il centro storico e la parte esterna della città ma anche di collegamento tra la città e le strade che portano verso l’appennino e la zona adriatica. Sotto la Porta, osservando idealmente una mappa, è possibile immaginare una linea che collega l’esterno della città fino a Piazza S. Agostino e ulteriormente poi per tutta via Garibaldi, tagliando letteralmente in due la pianta di Arezzo. Entrando nella Porta sulla destra si arrampica via delle Mura che collega Piazza San Giusto con via della Minerva. Percorrendo questa strada è possibile osservare la zona interna delle mura e nell’affrontare la salita si può godere di una splendida vista sull’orizzonte della città che si espande ad ogni passo. I lavori di restauro hanno coinvolto anche il breve passaggio pedonale della Porta che nel restauro ha guadagnato non solo di fruibilità ma anche di decoro e, almeno per il momento, la bellezza del monumento è tale che perfino i vandali meno artisticamente orientati sembrano averlo rispettato. Il lavoro sulle mura è desti-nato a continuare andando a restituire bellezza a tutta la zona muraria.
Continuando infatti a percorrere le mura in direzione Sud dalla Porta fino a via Guadagnoli è possibile costeggiare il Baluardo di S. Giusto che ospita la Scuola Primaria «Pio Borri». I bambini e gli adulti che frequentano questa scuola sono in grado di testimoniare la bellezza del Baluardo che regala tutt’oggi la sensazione di essere protetti, all’interno della città, da incrollabili mura difensive. Proseguendo invece nella direzione opposta si arriva al gioco del Pallone. Quest’ultimo punto non è stato particolarmente interessato dai lavori, restando immutato nel tempo non solo un campetto libero che ha visto giocare generazioni di aretini ma anche un punto di incontro (e di posteggio) ben radicato nella cultura aretina. Nelle mura che si affacciano in direzione de gioco del Pallone è possibile riconoscere una interruzione del disegno delle pietre. In tale luogo sorgeva la medioevale Porta Colcitrone, oggi chiusa ed inclusa nella fortificazione, la quale separava il cuore della città dalla zona di Borgo Santa Croce. Costeggiando ancora il tracciato delle mura è possibile raccontare ulteriori luoghi e storia della città di Arezzo che troveranno spazio nei prossimi numeri della rivista l’Alfiere. Al lettore, cittadino o straniero, il compito di osservare la città, lasciandosi non solo accogliere ma anche guidare dalla pianta storica di Arezzo.
da “L’Alfiere” – n. II – 2019, pagg. 10-11