Raccogliere tutti i costumi dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo in una rubrica della rivista l’Alfiere non è un compito semplice ed immediato. Come succede con il costume di Lucignano, infatti, la descrizione richiede di ripercorrere minuziosamente la struttura sartoriale dei vari elementi che lo compongono, così come risulta complesso anche ricostruire la storia e le trasferte realizzate nel mondo dagli sbandieratori vestendo i panni di questo comune. Una volta conclusi tutti gli studi necessari, tuttavia, il quadro che appare aiuta a comprendere l’importanza che i costumi ricoprono per l’Associazione e la tradizione che segue le nostre bandiere in ogni simbolo e stemma.
Lucignano è sempre stata una città strategicamente al centro della vita economica della Toscana, posta nel cuore della Valdichiana, all’incrocio fra le province di Firenze, Arezzo, Siena e Perugia. Ancora oggi l’unico modo per poter raggiungere Siena dalla città di Arezzo è quello di rendere omaggio a Lucignano passando per le sue strade. Il colle su cui oggi sorge oggi il comune venne popolato fin dall’epoca etrusca, per poi divenire un castrum romano denominato Lucignano in onore del console Lucio Licinio Lucullo. Nelle varie epoche del medioevo fu sotto il controllo di Arezzo, di Siena e di Perugia, proprio perché la sua posizione dominante sulle valli la rendeva un luogo di comando strategico ed ambito.
La struttura del centro è composta da ampi anelli concentrici che, in un labirinto di incroci e architetture degni di un ispirato Escher, permettono di girare l’intera città fino a tornare al punto di partenza, senza accorgersene e in modo sorprendente. Le strade del centro sono anche protagoniste in occasione della Maggiolata, l’annuale festa dei fiori di maggio che celebra l’arrivo della bella stagione con una sfilata di grandi carri floreali realizzati dai quattro rioni della città (Porta San Giusto, Porta San Giovanni, Porta Murata e Via dell’Amore). La sfilata della Maggiolata per numerose volte ha anche ospitato il Gruppo Sbandieratori di Arezzo. Da segnalare come il Gruppo Storico della città si compone, tra le varie figure, anche di sbandieratori lucignanesi che tengono alta la tradizione della bandiera nella propria città.
All’interno della cinta muraria sono custoditi numerosi importanti costruzioni ed opere d’arte. Di particolare interesse è l’affresco del Il Trionfo della Morte all’interno della Chiesa di San Francesco, la Collegiata di San Michele Arcangelo, il palazzo Pretorio, attualmente adibito a sede del comune ed il museo comunale. All’interno del museo sono presenti i due dipinti “San Francesco che riceve le stimmate” e “Madonna col Bambino” attribuiti a Luca Signorelli e l’Albero d’oro, un grande reliquiario di straordinaria bellezza, realizzato tra il 1350 e il 1471. Sempre appartenente alla sfera culturale è importante il Teatro Rosini di Lucignano, protagonista delle stagioni teatrali del territorio aretino.

Lo stemma della città viene descritto dal decreto del Presidente della Repubblica di adozione del 1997 con le parole “Di rosso, al grifo d’oro, linguato di rosso, armato di nero, accompagnato nel canton destro del capo dalla stella di otto raggi d’oro. Ornamenti esteriori da Comune”. Come è possibile osservare, l’immagine della città è strettamente legata al periodo di dominazione perugina ed infatti si compone da un grifone alato su sfondo rosso che viene accompagnato da una stella, elemento utilizzato per descrivere la posizione strategica della città. Il pubblico che ci vede sfilare molto spesso si chiede se non sa il costume dedicato a Porta San Lorentino, alla A.S. Roma o alla casata fantasy di Grifondoro. Ovviamente sono tutte ipotesi da smentire.
Attualmente il costume degli sbandieratori dedicato al comune di Lucignano rispecchia lo stemma cittadino con alcune invenzioni stilistiche e sartoriali che lo rendono uno dei costumi più belli dell’Associazione (a parere dello scrivente). Il costume porta i colori del giallo e del rosso scuro, richiamo a quelli del grifone e, nella parte frontale, presenta il petto diviso in due parti. Nella parte sinistra campeggia una riproduzione ricamata dell’animale leggendario, mentre la parte sinistra, insieme alla manica destra, presenta un alternarsi di elementi cuciti vicini ed arricchiti da borchie stellate, richiamando le piume del grifone. Il cappuccio del costume copre completamente le spalle, mentre la calzamaglia si divide in due colori, uno per gamba, richiamando il giallo e il rosso scuro del costume. Anche la bandiera rispetta pienamente l’immaginario dal quale emerge e, rispettando i colori già descritti, si divide in due parti. Quella vicina all’asta con una fantasia a freccia che richiama la fantasia delle piume e la seconda metà del drappo con un campo rosso scuro e la riproduzione del grifone.
Per arrivare alla versione odierna, tuttavia, il costume ha subito importanti modifiche. Un tempo, infatti, nel magazzino dell’associazione c’erano due costumi pensati per essere tra loro speculari, con la stessa forma e fantasia di cucitura ma con colori differenti. Questi due costumi erano quello di Poppi e quello di Lucignano, indossati, tra gli altri, anche dai due fratelli Aldo e Claudio Saviotti, per completare la somiglianza. Il costume di Lucignano, nella sua forma precedente è stato reso immortale nella famosa fotografia del singolo di Andrea Barbagli del 1990.
Il costume nella sua fattura sartoriale di oggi è stato invece indossato da numerosi sbandieratori. Si ricordano per importanza Lorenzo Mazzi, Giacomo Guelfi e Giorgio Gamberi che fu il primo a metterlo e che lo ha indossato nella esibizione in Piazza Grande per il festeggiamento dei 50 anni della Associazione.
Per quanto riguarda le parti del mondo che questo costume ha visitato si segnalano invece Madrid, Sarajevo, la trasferta in Sudafrica, Medina del Campo, Oswiecim, Martigues, Yalta e le tante trasferte in Italia, tra le quali Arezzo, Prato, Tempio Pausania, Lucignano e Poppi.
da “L’Alfiere” – n. IV – 2024, pagg. 12-13
Lorenzo Diozzi