Lo scorso 9 novembre ha avuto luogo, nella Sala Conferenze della Biblioteca Città di Arezzo (g.c.) la presentazione del nuovo libro illustrato “BANDIERE AL VENTO”, edito direttamente dalla nostra associazione.

La locandina di presentazione del libro “Bandiere al Vento”

Il titolo – queste parole per noi così familiari – è stato la sintesi di un percorso editoriale di descrizione delle quattro parole chiave che uniscono passato, presente e futuro degli Sbandieratori di Arezzo: STORIA – TRADIZIONE – TERRITORIO – EMOZIONE.

Con il fondamentale aiuto dell’ineffabile Giulia Basagni e la sapiente guida grafica di Massimiliano Papa, un folto gruppo di lavoro ha lavorato per molti mesi alla redazione di quest’importante pubblicazione, oggi in vendita nelle librerie o tramite i nostri canali interni.

Il Consiglio Direttivo, dando avvio al progetto, intendeva non solo andare a sostituire il pur ottimo libro del 2010, ormai in via di esaurimento e comunque legato alle celebrazioni del cinquantennale, ma anche sottolineare lo stretto legame fra gli Sbandieratori e la Città di Arezzo con la sua Giostra del Saracino, ripagando gli aretini di tutto l’affetto che non mancano mai di mostrarci.

Ipotizzando un lettore forestiero, “Bandiere al Vento” conduce la sua narrazione – anche attraverso artifici tecnici come l’uso dei “QR-Code” – alla scoperta della realtà del Gruppo Sbandieratori, del territorio aretino e della nostra principale manifestazione storica. Particolarmente riuscito ci appare il capitolo “Emozioni”, che assieme a mirabili foto utilizza alcune brevi frasi per rappresentare i sentimenti che proviamo noi nell’indossare i nostri costumi, o che auspicabilmente ispiriamo in chi ci ammira.

La presentazione del libro presso la Biblioteca di Arezzo

Ci piace qui rievocare come l’intuizione, che fu di Alberto Mario Droandi, di fare dei vessilliferi dei Quartieri della Giostra del Saracino un gruppo “autonomo”, affondò le sue radici ed attecchì saldamente nella memoria storica del maneggiar l’insegna, ma celò la visione prospettica di legare la tradizione aretina alla promozione del territorio, volgendo lo sguardo al futuro con la speranza – se non la consapevolezza – di tracciare un percorso e far germogliare un modello in grado di fungere da embrione per tante altre realtà, oltre che da volano per la Giostra stessa.

Quello che Droandi non poteva immaginare (o forse in cuor suo ne nutriva un pur timido presagio?) è che unire sotto quest’unica passione tanti ragazzi – oggi ottimamente guidati da Stefano Giorgini – avrebbe generato una fioritura di meraviglia e stupore, un contagio di emozioni in grado di dipanarsi e affermarsi nei decenni a venire, di crescere fino a diventare un motivo di orgoglio per la città, in Italia e nel mondo.

Forse, a ben vedere, il segreto risiede nella passione che permea tutti coloro che, a vario titolo, hanno fatto parte di questo straordinario collettivo.

È il concentrato di sentimenti e valori – amicizia, tenacia, impeto, dedizione, partecipazione, ambizione, curiosità, onore, vanto, lealtà, complicità, sacrificio, ma anche educazione, rispetto, onore, eleganza, stile nella vita – a coinvolgere sotto un medesimo obiettivo questa grande famiglia, composta da generazioni di aretini che, orgogliosamente, si riconoscono e profondono il loro impegno fatto di volontariato nel ruolo di ambasciatori della città e della sua Giostra del Saracino, e ne restano tatuati per la vita.

Ecco, con questo libro speriamo di essere riusciti a portare il lettore dentro la nostra realtà. Buona lettura!

da “L’Alfiere” – n. IV – 2024, pagg. 4-5

Giovanni Bonacci