Incontriamo l’autore del libro per farci illustrare l’iniziativa. Il testo narrativo è opera di Alessandro Boncompagni, già direttore per 11 anni dell’ufficio Giostra del Saracino e Folclore del Comune di Arezzo
Come è nata l’idea di un libro sulla Giostra per i piccoli?
Questo progetto editoriale nasce da una semplice constatazione: ad Arezzo, la città della “Giostra del saracino”, non ci sono pubblicazioni specificatamente rivolte ai suoi più piccoli cittadini che parlino di questa antica rievocazione storica. Numerosissimi infatti sono i libri dedicati al “Saracino”, come viene popolarmente chiamato, alla sua secolare storia, agli aneddoti, alle statistiche, ai suoi personaggi e ai gruppi che la rendono ogni anno possibile, ma a parte un divertente “gioco del Buratto”, una rivisitazione a tema del famoso gioco dell’oca, che alcuni anni fa venne regalato a tutti gli alunni delle classi prima, seconda e terza elementare della città1 , ed un recente testo dal titolo “Una giostra… fantastica”, scarseggia l’attenzione del territorio nei confronti dei bambini. Così qualche anno fa è nata l’idea di questo racconto-dialogo, a metà tra la fiaba e la realtà storica, che un nonno narra alla sua nipotina prima di addormentarsi, in cui gli elementi fondamentali della Giostra aretina vengono messi in risalto, accompagnati da un pizzico di fantasia un po’ “rodariana” che lo renda piacevole e a tratti anche divertente. La “storia” è poi corredata da un semplice glossarietto ad uso dei bambini per spiegare alcuni termini utilizzati nel testo, nonché da una breve scheda “tecnica” sulla Giostra del Saracino.
E a seguire il farlo disegnare a due bambine?
È stata un’idea semplice pensare di far corredare il testo dai disegni originali di due artiste in erba, le piccole Ginevra e Letizia Bindi, autrici anche della copertina.
Ho letto che la pubblicazione del libro ha anche una finalità sociale-solidale. Di che si tratta?
Si è così. Le pagine a colori del testo sono diventate un libro illustrato che è stato presentato nel mese di novembre alla Città, ai suoi Quartieri, ai tanti appassionati di Giostra, alle scuole. Il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione Meyer dell’omonimo ospedale pediatrico toscano, che ha già “autorizzato” questo progetto. Le motivazioni di questa scelta vengono meglio evidenziate all’interno dell’introduzione al testo.
da “L’Alfiere” – n. IV – 2023, pag. 8
Sergio Rossi