Per conoscere la storia, il ruolo, la missione della Fraternita dei Laici di Arezzo chi, meglio dell’attuale Primo Rettore ci può condurre in questo viaggio. Pier Luigi Rossi, medico stimato in Città e non solo, divulgatore scientifico, esperto nutrizionista e dell’alimentazione, autore di numerose pubblicazioni in materia, giornalista, conduttore televisivo, amante e profondo conoscitore della storia di Arezzo, ha portato negli anni nelle case degli aretini, aspetti, angoli, segreti, tradizioni della nostra Città e, più di recente, nella sua veste appunto di Primo Rettore, ha aperto il Palazzo di Fraternità e l’Istituzione all’esterno, facendo conoscere questa realtà così radicata e antica, ma forse poco conosciuta ed apprezzata.
Dottor Rossi, inizio chiedendo quando nasce e con quali scopi la Fraternita dei Laici?
La più antica ed autorevole Istituzione pubblica della nostra città è nata il 2 aprile 1263, quando il Vescovo e Signore della città Guglielmo degli Ubertini firmò un Decreto, che è ancora conservato nell’Archivio storico della Fraternita. Per contestualizzare meglio, al tempo della Battaglia di Campaldino (1289) e al tempo della nascita di Francesco Petrarca (1304), la Fraternita esisteva già. Il Palazzo, sede della Fraternita, venne costruito nella Piazza dove tutto il popolo di Arezzo si riuniva perché era il luogo dove donne e uomini, figli dello stesso Dio, erano fratelli. Il Palazzo nei secoli si è ampliato fino all’attuale assetto. La Fraternita fu fondata dagli Aretini per sostenere le persone più deboli, per realizzare le sette opere di misericordia corporali: dare il cibo agli affamati, curare gli infermi (e fu costruito l’Ospedale da parte della Fraternita), seppellire i morti (e ancora oggi il Cimitero monumentate di Arezzo è di proprietà di Fraternita), dare acqua agli assetati (fu costruita la Fonte di Piazza Grande). Una grande fratellanza di aiuto reciproco.
Come si è costruito e si mantiene il patrimonio della Istituzione e come opera in concreto, oggi, per l’assistenza e l’aiuto ai bisognosi?
Nei secoli le famiglie nobili e patrizie di Arezzo che si estinguevano, lasciavano il loro patrimonio alla Fraternita. Nei secoli l’Istituzione ha aiutato e sostenuto le generazioni aretine. Ancora oggi svolgiamo sostegno e aiuto alla popolazione aretina, anche in questa pandemia. E nelle prossime settimane partiranno nuovi eventi e iniziative di tutela sociale.
Sotto la Sua Magistratura la Fraternita dei Laici ha catturato l’attenzione della cittadinanza, attraverso varie iniziative organizzate presso lo splendido Palazzo sito in Piazza Grande, nonché tra-mite la produzione di prodotti dell’agricoltura. Come è nata e come si sviluppa questa vocazione?
Appena ho iniziato il mio mandato di Primo Rettore, assieme al Magistrato, la prima decisione fu l’apertura del portone di ingresso al Palazzo di Fraternita in Piazza Grande tutti i giorni dalla mattina alla sera, feste comprese. Il Palazzo aperto, vivo con tante iniziative di richiamo della gente aretina, ha contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione della Piazza Grande. Abbiamo capovolto il pensiero di anni fa: è il Palazzo che dà il ruolo alla Piazza. È stato un impegno portato avanti in piena sintonia con il Sindaco Ghinelli e con l’Amministrazione Comunale. Riguardo la produzione di prodotti agricoli, la Fraternita è proprietaria di 1300 ettari di terreno agricoli e boschivi. Abbiamo raccolto 500 quintali di olive, producendo un ottimo olio extra vergine di oliva biologico, 3000 quintali di uva nei 45 ettari di vigneti. Raccogliamo cereali, grano Verna, grano Senatore Cappelli, frutta (le nostre ottime mele). Produciamo prodotti alimentari che riusciamo a commercializzazione in 13 Paesi Esteri. Abbiamo i nostri prodotti in vendita anche in Vaticano. La Fraternita è una sana azienda agricola che offre cibo di qualità. Anche questo è un servizio per Arezzo.
Una domanda un po’ “politica”. Nel corso della sua secolare esistenza, che rapporti ha avuto e ha la Fraternita dei Laici con il “potere costituito” nel senso dei governanti, locali e non, di ieri e di oggi? E con la Chiesa Cattolica? Insomma, la Fraternita dei Laici è riuscita a mantenere e conservare la sua laicità e la sua autonomia di gestione e di missione “umanitaria”?
La Fraternita esprime davvero la nostra aretinità nei secoli e di oggi. È una istituzione autonoma dal Comune, ha un suo bilancio, il suo Statuto. È governata dal Magistrato composto da 5 Rettori, nominati dal Sindaco. La prima azione, come fatto per secoli, dei 5 Rettori è di riunirsi e di eleggere a scrutinio segreto il Primo Rettore, come simbolo di autonomia. Tre sono state le Istituzioni che sono state fondamento di tutta la nostra storia aretina: Comune – Chiesa Aretina – Fraternita. Credo che una Istituzione che ha 753 anni di vita, come la Fraternita, sia unica nel mondo. Orgoglio di essere Aretini.
da “L’Alfiere” – n. IV – 2020, pagg. 2-3