Qualunque viaggiatore si sia mai apprestato a visitare la città di Arezzo non ha potuto mancare di catturarne uno scorcio, un panorama o una veduta che ne ricordasse il fascino una volta rientrato a casa, quell’attrazione che solo una città ricca di storia come Arezzo può suscitare, grazie anche alla sua conformazione unica ed emozionante. Avvicinandosi da nord, sia con il treno che con l’auto, la città, inondata dalla luce del sole, si svela offrendo al visitatore uno skyline che unisce storia e modernità, aumentando, in chi lo vede per la prima volta, il desiderio di scoprire le bellezze che la caratterizzano.
Come le moderne fotografie che vogliono fissare un ricordo o emozionare chi non ha potuto vedere dal vivo quanto rappresentato, nel tempo gli edifici della città hanno ispirato numerosi artisti nella realizzazione delle cornici architettoniche destinate alle loro opere. Se ancora oggi, infatti, le vedute di Arezzo affascinano chi la scopre, è facile pensare che nel tempo la città abbia fatto innamorare molti artisti, che hanno avuto modo di scoprirla volendone poi “rubare” e fare propria una sintesi di quanto visto con emozione e meraviglia.
Al di là delle più svariate immagini tecniche, storiche o urbanistiche, molteplici sono le opere d’arte nelle la città è raffigurata sullo sfondo. Molte di queste vedute sono legate alla rappresentazione della vicenda della “cacciata dei diavoli” da Arezzo, raccontata da Bonaventura di Bagnoregio nella Legenda Maior. Queste raffigurazioni non sempre restituiscono in maniera realistica l’architettura cittadina, ma più facilmente, come spesso accade nell’arte, esse ne costituiscono una rappresentazione ideale e simbolica, in cui il richiamo ai particolari è più ricco di significato rispetto ad una fedele riproduzione.
In quest’ottica, volendo in questo breve testo ricordare solo alcune delle raffigurazioni più conosciute che, nel tempo hanno reso celebre la città, una delle opere di primo piano è sicuramente quella dipinta da Giotto nel ciclo di affreschi raffiguranti la storia di San Francesco nella Basilica superiore di S. Francesco ad Assisi, realizzato tra il 1295 ed il 1299. Quanto raffigurato da Giotto non corrisponde alla realtà, ma rappresenta una visione allegorica dell’Arezzo medioevale con torri e fortificazioni. Tuttavia, come anche sostenuto dallo storico Attilio Brilli (2000 p. 22), i riferimenti alla città sono comunque molto evidenti: anzitutto la fortificazione che racchiude il nucleo abitato e, più significativa, la presenza di una monumentale chiesa posta fuori dalle mura: un’allusione al “Duomo vecchio” di Arezzo, edificio che oggi non esiste più, ma che in epoca medievale si trovava presso l’attuale Colle del Pionta.
Altrettanto importante è la rappresentazione di Arezzo all’interno del ciclo di affreschi inerenti la Storia della Vera Croce, realizzati da Piero Della Francesca tra il 1452 e il 1466 e collocati nella Basilica di San Francesco. Nella scena del ritrovamento delle tre croci, ricordata nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, Piero della Francesca ha voluto omaggiare la città in cui stava lavorando rappresentandola sullo sfondo al posto di Gerusalemme. Proprio nell’intento di onorarla, l’artista ha voluto dipingere Arezzo in modo veritiero, come è possibile notare osservando le mura di cinta nella parte bassa dell’opera e gli edifici principali della parte alta: la Cattedrale, la torre della Pieve di Santa Maria e il Palazzo Pretorio.
Le varie raffigurazioni di Arezzo nell’Arte hanno contribuito a diffondere la bellezza della città in tutto il mondo, incuriosendo e attirando ogni tipo di viaggiatore. Un biglietto da visita prestigioso che è, e sempre dovrà essere alla base della promozione turistica legata al territorio toscano e aretino in particolare.
Per approfondimenti e altri contenuti si rimanda a:
A. Brilli, Arezzo visioni e vedute, BPEL, editore Le Balze, 2000