Proseguono le avventure del gruppo: trasferte, o meglio, in questo caso missioni, termine più appropriato, come qualcuno le ha definite.
Come sempre il morale prima di una partenza è alto: c’è quell’ eccitazione che ti prende prima di un viaggio che farai con degli amici, sai che vedrai un posto nuovo, che come capita spesso stringerai amicizie con persone di altre città o paesi, ma soprattutto sai che sarà quell’ intesa fra di noi, costruita nel corso degli anni, a fare la differenza e a garantirci che comunque vada “ci sarà da ridere”. Pronti, ci siamo tutti, armi e bagagli, ore 15.00 Villa severi, punto di ritrovo per la partenza, destinazione Altamura Puglia. Le battute si sprecano, i più giovani abbozzano i primi programmi per le serate libere, ignari del fatto che non sempre è “Oman”. Ore 15,30 controllo armi: i tamburi ci sono, le bandiere controllate, trombe ok, costumi lavati e stirati. Appello: ci siamo tutti, possiamo partire! Mmm… ma manca qualcosa: IL PULLMAN NON c’è!!!! Va bene, sappiamo benissimo che può capitare qualche disguido, quindi da sbandieratori navigati reagiamo alle avversità, ci attiviamo per risolvere il malinteso con la ditta dei pullman, e posticipiamo la partenza di qualche ora…Niente può intaccare lo spirito positivo dello sbandieratore! Viaggiamo nella notte e, per quanto possibile, cerchiamo di riposare, tra le battute che partono per un non nulla dal fondo, da metà e dalla cima del pullman e, come sempre accade, anche gli autisti rimangono coinvolti in questo clima. Arriviamo in quel di Altamura alle ore 07.00, siamo un po’ stanchini e fa un freddo cane!…ma niente può intaccare lo spirito positivo dello sbandieratore! Ad attenderci c’è Giacinto che ci offre la colazione e non fa passare inosservata l’ospitalità pugliese. Finalmente ci dirigiamo nella palestra che sarà la nostra casa per i prossimi tre giorni. Dormire in una palestra attrezzata con brandine è stata una nostra scelta: l’alternativa sarebbe stato un albergo troppo distante dal luogo delle esibizioni. La «palestra» però è più simile ad un campo di concentramento che ad un hotel. Ma niente può intaccare lo spirito positivo dello sbandieratore! Arriva il programma delle esibizioni ed è molto molto impegnativo: sfilate di mattina, pomeriggio e sera! D’altronde fa parte del gioco, dobbiamo essere professionali nelle trasferte più faticose come in quelle più rilassanti: è una regola, un principio del gruppo e, come nella vita, se c’è da stringere i denti…È mattina, e nonostante il maltempo, notiamo che un buon numero di persone è venuto per vederci. Ci sorprende piacevolmente l’interesse di un gruppo di giovani sbandieratori di Altamura che ci segue su internet e che, informatissimo fin sui dettagli delle nostre trasferte (addirittura sapevano che in Oman avevamo avuto dei problemi all’aeroporto con i bagagli), ci chiedono di suonare “…quel pezzo su Arezzo” “Terra d’Arezzo?” “Si, quella! Bravi è bellissima!”.
Proseguiamo con le esibizioni per tutto il giorno e gli spettatori, da qualche decina, diventano centinaia per una festa, “Federicus”, in apparenza modesta.
La giornata è finita, stanchissimi ci aspetta un meritato riposo. MA! (Come sempre il ma è da leggere alla Chiericoni) quando calano le tenebre e lo sbandieratore attende il proprio riposo, sono i russatori professionisti a prendere il sopravvento, e noi ne abbiamo tre di portata mondiale.
Ovviamente non farò nomi…(Piero Pedone campione mondiale di apnee, Giacomo Romanelli imbattibile sulle lunghe distanze, Matteo Marcantoni giovane neolaureato che se la gioca tutta sulla potenza) …e qui lo spirito positivo dello sbandieratore accusa una leggera incertezza!
La trasferta prosegue e il nostro accompagnatore ci informa che l’esibizione del pomeriggio prevede una sfilata di 8 km con tutti i gruppi partecipanti alla festa: l’incertezza diventa certezza, e lo spirito positivo dello sbandieratore cede il passo a qualche lacrima di dolore. Ma non molliamo e affrontiamo anche questa sfida, degna delle più famose maratone cinematografiche di fantozziana memoria. Le esibizioni proseguono e la “missione” volge al termine. Arrivano puntuali i complimenti dell’organizzazione e di molti spettatori che si fermano a parlare con noi.
È così che vanno le cose (o meglio, alcune trasferte), e l’abilità acquisita sul campo di saper superare e trasformare situazioni difficili in esperienze, ci permette di crescere e arricchirci di ricordi su cui poter ridere e scherzare in futuro: ovviamente di fronte ad un buon bicchiere di vino.
Così la scuola Sbandieratori di Arezzo ha fatto ancora la differenza, e qui il pensiero va a quelle persone che hanno fondato, dato l’impronta e lo stile al gruppo della città di Arezzo; a noi il merito di aver raffinato, con studi sulla tecnica e allenamenti intensi, una passione che, a quanto pare, sta contagiando sempre più giovani aretini, la forza ed il futuro del Gruppo Sbandieratori di Arezzo.
da “L’Alfiere” – n. II – 2017, pagg. 4-5