Roberto Ridolfi, per tutti “Il Berto”, potrebbe raccontarci tutta la storia della nostra Associazione. Si perché lui è proprio uno dei primi, uno dell’inizio dell’avventura. Era infatti fra gli otto – due per Quartiere – a rappresentare la Giostra del Saracino nella spedizione a Liverpool del 1960, in occasione della quale l’EPT inviò una delegazione della Città di Arezzo. Ed era con Omero Vezzali, Andrea Imparati, Franco Nencioli, Piero Patrussi con i quali entrò a far parte subito, del primo Gruppo di Sbandieratori che il Professor Dini stava costituendo.
Roberto ha incontrato la sua futura moglie ad Harrogate due anni dopo, nel 1962, durante la prima trasferta inglese del neonato Gruppo e sono rimasti “fulminati” a prima vista, reciprocamente. A voglia fraintendimenti linguistici – leggendario il “tomorrow” scambiato per “bel moro” – altro che Erasmus e globalizzazione. Fra il Berto, Colcitronese verace, e Rita, la giovane e bella ragazza di Albione, fu amore istantaneo, tanto che lei lo seguì in Italia e se lo sposò. Roberto ha continuato a lanciare la sua bandiera nei cieli di tutto il mondo, diventando uno dei collaboratori più stretti dei Direttori Tecnici, prima il Professor Vittorio Dini, poi Pasquale Livi. È stato per anni “maganziniere” titolare del Gruppo, incarico che ha ricoperto con scrupolo e precisione diventati proverbiali.
Non è mai mancato a nessuna delle riunioni o assemblee dell’Associazione…rimarcando ogni volta il suo voto di astensione alla approvazione del Bilancio Annuale di Esercizio. La sua vena “polemica”, attesa e puntualmente ripetuta, non ha fatto altro che confermare e ribadire la grande umanità, il grande cuore e la passione del Berto per gli Sbandieratori e tutti i ragazzi, più e meno giovani, hanno apprezzato e compreso chi è il “Berto” ed hanno imparato a volergli bene davvero, considerandolo fino in fondo uno di loro, proprio lui, che in realtà è stato il primo di loro.
da “L’Alfiere” – n. IV – 2017, pagg. 10-11