Andrea buongiorno e bentornato, in prima persona, nel mondo della Giostra: la tua nomina a Rettore del Quartiere, unita a quella di Rodolfo Raffaelli a Capitano cosa è, un ritorno al passato e con quali obbiettivi?
Sì certamente, questo nostro impegno diretto ed in prima persona mio e di Rodolfo è senz’altro un ritorno alle origini e alla tradizione del quartiere, ma attenzione, senza nessuno spirito di rivalsa o rottura con in passato. Anzi, abbiamo fatto tesoro delle esperienze degli ultimi anni e addirittura abbiamo coinvolto nel nuovo Consiglio Direttivo alcuni dei giovani attivisti e protagonisti della vita del sodalizio. Noi mettiamo al servizio la nostra esperienza nel segno della continuità affiancata all’entusiasmo delle nuove generazioni.
Dal punto di vista strettamente tecnico e delle strategie per la piazza, quali sono gli elementi e le intenzioni?
I giovani. Certamente continueremo sulla politica di investimento sui giovani giostratori e il ritorno a casa di Adalberto Rauco ne è il primo passo. Poi confermiamo, dal febbraio scorso, l’affidamento a Carlo Farsetti del ruolo di allenatore e con la messa a punto delle nuove scuderie e del campo prova, ecco chiarite e programmate le nostre scelte. Tempo, pazienza, lavoro e siamo certi che i risultati arriveranno.
Parliamo di Quartiere più in generale. Come noto anche per te Andrea, i quartieri, tutti, sono molto cresciuti negli ultimi anni, diventando veri e propri centri di attrazione e aggregazione per i quartieristi ma non solo. Come vedi ma soprattutto cosa significa tutto questo?
Vedo bene, molto bene questa crescita. Al di là del ruolo e dei compiti all’interno della Istituzione Giostra, effettivamente i quartieri sono diventati, o sono tornati ad essere, quello che dovevano e devono essere. Cioè momenti di passione e fede per i propri colori, ma anche e soprattutto occasione di vita sociale, divertimento, attrazione, festa. Anche noi, come peraltro gli altri, abbiamo il nostro comitato giovanile, il circolo, dove effettuiamo anche durante l’anno e non solo per il periodo delle Giostre, attività sociali, ludiche, culturali, ricreative. Certo c’è ogni volta qualche problema o polemica con i residenti, per le questioni del rumore e della vivibilità delle zone vicine alla sede: a proposito di queste quest’anno adotteremo una iniziativa informando e soprattutto invitando proprio i residenti ad una cena durante la settimana del quartierista, cercando di comprendere le esigenze di tutti. E poi voglio ricordare la massima attenzione di noi responsabili, e su questo siamo in assoluta sintonia anche con gli altri colleghi Rettori, perché tutto avvenga, sempre nel rispetto massimo della sicurezza, della prevenzione in modo da far sì che i nostri giovani vivano la Giostra e si divertano ma nel rispetto delle regole.
Un’ultima domanda Andrea è d’obbligo, su di noi: come vedi gli Sbandieratori di Arezzo, il loro ruolo all’interno della Giostra, la loro presenza?
Ho un ottimo anzi direi viscerale rapporto con gli Sbandieratori, con molti dei ragazzi che ne fanno parte ma soprattutto con i Dirigenti, quelli di oggi ma anche quelli passati, rapporti e stima anche personali. E che dire: che siete bravi, i migliori. Date valore e dignità alla Giostra e rappresentate al meglio la nostra Città, forse il più importante biglietto da visita e di promozione che abbiamo. Ogni volta che da Borgunto entrate in piazza è una emozione per tutti. Poi voglio sottolineare l’impegno, la passione, la grande tecnica, che spesso anche i miei ospiti apprezzano, e che so essere il frutto di anni e anni di lavoro, dedizione, fatica e grande passione ed amore per Arezzo. Grazie e bravi davvero per tutto questo.
da “L’Alfiere” – n. II – 2018, pagg. 8-9